Erro,
eterno straniero
tra l'oceanica calca
e malgrado l'incessante
brulichio umano
dell'ora di punta
ho la sensazione di trovarmi
in una deserta necropoli
dove il dolore cavalca
uno stallone nero.
È impigliata
nella ragnatela del fato
la mia vita d'esule.
Cerco disperatamente
una mano amica
in questa terra non mia,
ma il mio accorato grido
si perde nel labirinto
del disamore.
Sarò sempre straniero.
E continuo ad errare
in questo doloroso angiporto
tra sguardi biechi,
incatenato.
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