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Concorso Irpinia Mia 2016 << Indietro

Terzo Premio
Premio Scola
Sezione Poesia
PELLEGRINAGGIO ALLA CROCE
di Sparano Ristori Antonia

Sei partita, Caterina,
di notte, da Teora
con la cesta del bimbo
sulla testa
nella lunga processione
di donne e uomini
che andavano alla Croce.
Guardavi le stelle mute
e pregavi
"Signore, fammi vivere
quisto criaturo accussì picciriddo
e tanto sicculillo
ca nun vole mangià
Te si pigliati in Paraviso
Angiulino e Michelillo
ma mò fa vivere quisto".
Camminavi scalza
per voto fatto
sulla terra umida
sulle pietre dure
sugli sterpi pungenti
andavi andavi
insieme alla folla
e salivi con tutti
la ripida collina.
Ma ecco il primo barlume
dell'alba
ecco brillare la lucina
della Croce
lassù ancora lontana.
I canti e le preghiere
aumentavano sempre di più
qualche voce gridava forte:
"Gesù Cristo mio,
fammi la grazia!"
Finalmente sei arrivata:
tanta gente in ginocchio,
tante candele accese,
tante voci stridenti,
tanti canti dolci.
Il bambino nella cesta
ha cominciato a strillare
forte, sempre più forte.
Come mai? Così buono
e silenzioso
con gli occhi spalancati
ora urla tanto ..... disperato.
Tu hai preso il piccino
l'hai messo al seno
ha cominciato a succhiare con forza
con la manina attaccata
al tuo petto
con decisione e prepotenza.
Allora hai sentito
sciogliersi il cuore
le lacrime calde e salate
scendere sul viso
dal viso al collo
e finire sul lattante
che succhiava.
Allora hai detto
"Grazie Gesù Cristo grazie,
grazie, mo Luigino è vivo!"

Recensione
L'esperienza del pellegrinaggi salvifico emerge attraverso un testo fortemente descrittivo che condensa la forza del sentimento religioso nella rappresentazione ampia e articolata di una processione orante. All'interno di questo quadro di insieme si staglia il simbolo potente della croce, fonte di speranza e di fiducia. Il passaggio graduale dal buio della notte del viaggio alla luce del giorno dell'arrivo diviene simbolo del passaggio dall'oscurità del dolore alla luminosità della vita rappresentata in maniera estremamente efficace nell'immagine del neonato attaccato al seno della madre.
Maria Raffaella Calabrese De Feo
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