TREVICO - Le castagne

Le castagne

Nella campagna trevicana, dominano gli alberi di castagno. Questo frutto è stato apprezzato fin dall'antichità. Gli Etruschi, che coltivavano castagni, mangiavano frittelle con farina di castagne. I Romani e i Greci lo consideravano un frutto prelibato tanto da definirlo ghiande di Giove. In Italia la coltivazione della castagna raggiunse la sua massima estensione intorno al 1913. Successivamente, una lenta regressione ha portato ad una ridottissima produzione che negli anni '90 si aggirava intorno ai 650.000 quintali. Solitamente la raccolta inizia intorno alla metà di ottobre, tranne che per le castagne di S. Filomena che, invece, iniziano a cadere già alla fine di settembre.

Dalle ottime caratteristiche nutrizionali, definite "pane dei poveri", le castagne vengono, nella maggior parte dei casi, lasciate asciugare dopo la raccolta e poi infilate, 'n'zrtat', con lo spago per formarne delle collane da infornare e conservare per tutto l'anno. In altri casi vengono prima curate nell'acqua per una decina di giorni e poi conservate sotto la rena. Lessate e poi passate nel passaverdura vengono utilizzate per preparare gustosi dolci. Durante l'inverno, vengono consumate davanti al camino cotte a la vrola, ovvero come caldarroste.

Anticamente era molto diffusa l'arte dell'intreccio della castagna. Per conservare le castagne raccolte nel mese di ottobre, le nostre nonne pazientemente intrecciavano con ago e filo le castagne, non solo per dare vita alle semplici 'nzerte, ma, le donne più abili, erano capaci di realizzare dei veri e propri oggetti: cesti di varie forme e dimensioni, stelle, scarpette, la mitra del vescovo e altri oggetti che poche persone oggi sanno ancora realizzare.