Trevico
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Il Territorio

Trevico sorgeva sulla via Haerdonia che da Aeclanum raggiungeva la Puglia, attraversando la valle dell'Ufita e la Baronia prima, la valle del Calaggio dopo, ricadendo tra due grandi centri viarii: di Aeclanum e di Aequum Titicum, situata sulla via Traiana o Egnatia.
Attualmente la Baronia comprende i comuni di Trevico, Vallesaccarda, Scampitella, Vallata, Carife, Castel Baronia, S. Nicola Baronia, S. Sossio Baronia e Flumeri, e costituisce un unico rilievo montuoso, delimitato da tre corsi d'acqua in un grande triangolo avente per base l'Ufita e l'omonima valle che corre da Vallata (sud-est) a Flumeri (sud-ovest), e per lati la Fiumarella (da ovest, nord-ovest, nord) ed il Calaggio ad est che si ricongiungono a nord verso Scampitella.

Il territorio della Baronia
Il territorio è prevalentemente collinare e passa dai 45m. di altitudine della bassa valle dell'Ufita ai 1094 m. di Trevico che domina i paesaggi di tutta la valle. Il suolo è di natura argillosa, con strati di roccia calcarea e la sua friabilità ha consentito all'acqua di modellarlo in un'alternanza di crinali, canali di compluvio e collinette a forma di cupole dette Toppole che, susseguendosi, raccordano le alture di Trevico con le distese della valle dell'Ufita.
Il Territorio L'ambiente ospita specie, allevate, bovine, caprine e ovine. I numerosi boschi, come quello della Difesa (6 ha) di S. Nicola Baronia, con conifere e querce, in località Serrapolla (15 ha) e Terzo di Mezzo (60 ha) di Vallata, offrono riparo a numerose specie animali selvatiche che comprendono volpi, lupi, gatti selvatici, tassi, ricci, faine, cinghiali, rapaci (nibbio reale, falco, astore), starne, averle, albanelle, colombacci, beccacce, fagiani, tortore, saettoni, biacchi, coronelle, rane, raganelle, ululoni a ventre giallo e tritoni crestati, oltre a uccelli migratori in transito, che hanno trovato l'ideale habitat.
Il Territorio Area ceralicola fin dall'età antica, il territorio della Baronia di Vico è sfruttato per l'agricoltura e per la pastorizia, presentando, quindi, la flora coltivata e spontanea tipiche di queste attività dell'uomo. Tra le specie caratteristiche, anche il luppolo e il mais. Specie spontanee, o introdotte ma consolidatesi fino ad essere spontanee, lecci, roverelle, cerri, ornielli, carpini, castagni, faggi, salici, agrifogli, erbe aromatiche e orchidee.


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